Classica

Due orchestre in Piazza Grande per coronare il 46° Cantiere d'Arte di Montepulciano

Markus Stenz e l'Orchestra della Toscana in Piazza Grande 
Markus Stenz e l'Orchestra della Toscana in Piazza Grande  © Dario Pichini

Tra gli eventi d'epilogo dell'edizione 2021, due concerti sinfonici all'insegna della toscanità. Uno con l'ORT, l'altro con i ragazzi dell'Orchestra Poliziana.

Le grandi orchestre sono sempre state tra i protagonisti del Cantiere d'Arte Internazionale di Montepulciano, insieme alla formazioni da camera, al teatro, alla danza. Mancando da un paio di edizioni, causa Covid, la formazione da tempo in residence - quella del Royal Northern College of Music di Manchestersi fa con quello che il territorio offre, e che non è poco. 

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Due i concerti affidati all'Orchestra della Toscana, il primo dei quali con il Trio Kanon e la direzione di Antonio Greco, da poco nominato nuovo direttore musicale del Cantiere, e quasi in contemporanea del Monteverdi Festival di Cremona; e due ai ragazzi dell'Orchestra Poliziana, compagine di casa, prevedendo il primo d'essi che la sua sezione d'archi – sempre sotto la bacchetta del maestro Greco – si cimentasse con la Corale Poliziana in un'incursione vivaldiana nel Tempio di San Biagio. A noi sono toccate in sorte invece le due serate conclusive della storica manifestazione toscana.

Markus Stenz   (foto Dario Pichini)

Herr Brahms, anche per interposta persona

L'Orchestra della Toscana, non serve dirlo, è una compagine affiatata e rodatissima, con molte punte d'eccellenza tra le proprie fila. Lo sta a dimostrare la brillante resa, sotto la magistrale direzione di Markus Stenz, della suite Jeu de cartes, delizioso divertissement coreografico di Stravinskij, che ha aperto il concerto notturno del 29 luglio. Un brano rutilante, eseguito con scatto dinamico e pirotecnica levità, perfetto per mettere in mostra l'eccellenza delle singole sezioni. 

Le faceva seguito un'energica, e timbricamente coloratissima composizione di Detlev Glanert, fertile autore tedesco ed aficionado della manifestazione toscana: Brahms Fantasie, breve quadro sinfonico – la didascalia recita Heliogravure for orchestra – su temi brahmsiani, creato a Glagow nel 2012. E poi è stata la volta di herr Bramhs in prima persona, con la sua Prima Sinfonia la cui accurata e lucida esecuzione – pilotata con piglio energico dal maestro tedesco - ha sollevato l'entusiasmo del pubblico presente in piazza Grande.

Antonio Greco   (foto Dario Pichini)

Sigla il Cantiere l'Orchestra Poliziana

L'onere e l'onore di siglare la chiusura del 46° Cantiere d'Arte, sempre in Piazza Grande, domenica 1 agosto, è toccato invece all'Orchestra Poliziana, formata in massima parte dagli allievi del locale Istituto Musicale, più qualche insegnante e qualche necessario rinforzo esterno. Per essere una formazione giovanile – ed ovviamente estemporanea - peraltro suona abbastanza bene, e comunque dimostra passione e slancio. Dal podio, sempre di fronte al Duomo cittadino, la sorveglia con amorevole attenzione Antonio Greco, in un repertorio in verità per lui inconsueto, e nondimeno risolto con maestria e fine eleganza. 

Davide Cabassi    (foto Dario Pichini)

Nella prima parte della serata, il fin de siécle francese e neoclassico della Pavane pour une enfant défunte di Ravel, cui seguono la suite Pelléas et Mélisande e la Pavane di Fauré; nella seconda, con un salto all'indietro di un secolo, il Primo concerto per piano di Beethoven, solista Davide Cabassi. Pianista tecnicamente solido e appassionante, dal carattere generoso e irruente, che ci aveva donato qualche giorno prima un intrigante recital (Crumb, Castiglioni, Henze, il Musorgskij dei Quadri). E che alla prese di questo lavoro del ventisettenne compositore di Bonn, ne coglie e disvela il lato giovanilmente atletico, più estroverso, salottiero e brillante.